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L'ultimo abbraccio

Buongiorno per voi questo breve racconto che narra il viaggio di un ottuagenario in cerca delle proprie radici



Aveva programmato il suo viaggio in modo meticoloso, stabilito le tappe, gli orari, i tempi di percorrenza, i luoghi da visitare e persino le persone da incontrare. Partendo da Torino per arrivare al suo paese, che si trovava in Sicilia, avrebbe impiegato, fermandosi una notte a Salerno, un paio di giorni.


Nonostante la sua veneranda età era ancora un uomo pienamente autonomo e pieno di energia. La sua vita di ottuagenario era regolata da ritmi regolari ed egli si riteneva felice.

Era in buona salute ed Il suo unico punto debole era il cuore che cercava di controllare con ogni attenzione.


Da qualche giorno aveva iniziato a leggere il libro "Il mare di Sicilia" che, nelle sue intenzioni, doveva consentirgli di scoprire tutto i segreti di quel mare che amava.

La sveglia era per l'indomani alle sei del mattino.

È con questo stato d'animo che si addormento' assaporando l'emozione della partenza.


Il paese di Cariggi era posto sull’omonima collina che digradava verso il mare alternando vigneti e giardini terrazzati che davano al paesaggio, per la loro bellezza, l’effetto di un quadro. La costa proprio in quel punto disegnava un ampio semicerchio formando un piccolo golfo naturale.


Arrivò come previsto intorno alle sei del pomeriggio, prima di salire in paese volle fermarsi presso il piccolo molo dove i pescatori ormeggiavano le loro barche ed a lui caro perché gran parte dei suoi ricordi più belli si addensavano proprio in quel luogo.


Era una giornata assolata, parcheggio' , scese in spiaggia e rimase ad osservare.

Era gia' tardo pomerggio, il sole era basso sul mare; si avvicino' alla riva, affondo' le sue mani nella battigia, vide l'acqua scorrergli tra le dita, respiro' profondamente.

Sentì, nella pelle, il brivido di quell 'emozione antica.

Riempì i polmoni cercando di inspirare quanta piu aria potesse, poi si spinse con lo sguardo verso la linea dell'orizzonte.

Gli sembrò di scorgere in lontananza dei pescherecci poi intravide una vela e poco distante dalla riva il volo di un gabbiano.

Rimase in silenzio, poggio' la sua testa al suolo e guardando il cielo cercò di concentrarsi sul suono del mare! Ascoltò quel canto e pensò che mai avrebbe potuto dimenticare quella naturale armonia e che nulla e nessuno avrebbe potuto imitarla.

Sentì il corpo come una parte di quel creato, e fu felice di constatare che tutto era rimasto come lo aveva lasciato


Si girò vide poco lontano alcune barche di pescatori spiaggiate. Ripenso' alla sua giovinezza a quante volte se n'era andato con la sua piccola lancia e la sua fedele canna da pesca in compagnia di quel mare.

Rivide il suo paese arroccato sulla collina, ricordò quando, insieme ai suoi compagni, scendevano attraverso la vecchia strada sterrata che portava giù fino al mare facendo a gara per chi riusciva a tuffarsi per primo.

Pensò alle case che via, via

declinavano spingendosi verso la pianura; ripercorse mentalmente i viottoli immagino' i balconi balaustrati bagnati di luce, i giradini pensili, i vigneti che accompagnavano il rio fino a fermarsi poco distanti dalle dune.


Ripercorse la sequenza dei suoi ricordi. Gli apparvero i volti che gli furono cari! Strinse idealmente in un abbraccio i suoi genitori ed ebbe la sensazione di sentire su di se le mani ruvide e rugose i suo padre.

Vide poco distante il capanno dove i pescatori riponevano le reti e dove tante volte si era appartato con la sua amorosa.

Accarezzo' la sabbia come avrebbe fatto con lei. Ebbe la sensazione di averla tra le braccia e ripeté il suo nome! Una, due,. tre volte; sembrava quasi volesse dire al mare di restiturgliela.

Ricordò la bellezza di quegli incontri così precari eppure così profondi. Sentì il calore del suo corpo ripeté quelle frasi che sempre le diceva: "sei bellissima, sei più bella del mare"

La sua immagine era rimasta intatta nella sua memoria. Vide il suo volto, la luce del suo sorriso, i suoi lunghi capelli biondi ed i i suoi grandi occhi marroni spalancati sul mondo.


Cammino' a lungo; forse un'ora! Quando decise di tornare indietro si accorse che avrebbe dovuto faticare molto.


Arrivò quando era ormai privo di forze e madido di sudore. Si sedette ben oltre la battigia con il corpo quasi completamente immerso nell'acqua.


Il sole era, ormai, appena sopra l'orizzonte; ebbe la sensazione che quella fosse la sua culla naturale. Si lasciò dondolare; stette alcuni minuti fin quando non vide gli ultimi raggi spegnersi sul mare.


Si alzò, sentì il brusco cambiamento di temperatura e subito fu assalito dal freddo; cercò di recuperare in fretta I suoi vestiti, si coprì come poteva ed entrò nel capanno.


Sentì una fitta improvvisa lacerargli il petto, una seconda a distanza di pochi minuti, poi un'altra ancora.

Non aveva con sé i suoi farmaci e nei paraggi non c'era nessuno!

Avrebbe voluto avvertire i suoi figli ma capì che il destino non conosce né luoghi, né modi, né tempi! Così li salutò idealmente e ringraziò la vita di quanto gli aveva dato.

Cercò di girarsi su un fianco, assunse una posizione a guscio, quasi fetale. Percepi'

ancora l'abbraccio del mare. Emise un ultimo affannato respiro, ebbe per un istante un debole sorriso, perse conoscenza, morì.

 
 
 

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