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Mio zio d'America

Il mio zio d'America "Lucio" è un uomo di mondo ed ha fama di essere un grande seduttore.


Come fa ogni anno viene a trovarci per la ricorrenza dei Defunti. 


Ama viaggiare e mi ha raccontato di aver visto dei luoghi bellissimi; di essere  stato nel Gran Canyon, di aver visitato  Dallas e che la sua prossima meta  sarebbe stata "Machu Picchu"  in Perù  perché in questo modo avrebbe completato il suo tour delle sette meraviglie del mondo. 


Nel narrare il suo viaggio è  stato ricco di particolari e si è dilungato nel descrivermi la sua avventura con una venticinquenne di Las Vegas. "Una  con un corpo perfetto" ripeteva e "molto disinibita".

"Fantastica yes, wonderful".


Ero rimasto incantato ad ascoltarlo mi incuriosiva quel suo modo pratico di leggere la vita così le avevo chiesto che cosa ricordasse, in particolare, di quella donna.


Mi aveva guardato sorpreso ed aveva risposto senza esitazioni :" Oh my dear! Cosa ricordo? 

"Le sue curve.....  of course"


Avevamo parlato un po' di tutto e dei nostri rispettivi destini e per finire nel suo consueto cliché mi aveva chiesto, ammiccando, delle mie storie.


Mi ero trovato in difficoltà poi avevo risposto che nella mia vita,  ne avevo avute davvero poche, ma senza ombra di dubbio indimenticabili.


All'indomani passeggiando,l'ho portato attraverso un sentiero che sale verso il paese.


Giunti in una piccola radura le ho indicato una grossa quercia. “Ecco vedi? Questa è la terra di nonno Pietro"

“Peter?” Disse.

Yes Peter! Nonno ed i suoi cari, la sera al ritorno dai campi si  fermavano qui per riposarsi, proprio sotto questa quercia.


Alle 18,00 quando suonava il vespro nella chiesa del paese si riunivano per pregare.


You Know, Lucio?

Yes Richard!


In quel punto la’, vicino al fiume, iniziava un lungo lotto di terra coltivato a grano ed in fondo, sotto quel costone di roccia, veniva sistemato il raccolto.


Ora il paese è abbandonato e nessuno coltiva più grano, né altro.

Quando torno passo spesso qui e ripenso a quella vita.

Rivedo i volti dei nostri cari ed ho la sensazione di sentire le loro voci.

A volte sembra che ci siano ancora.


L'ultima volta che sono venuto qui ho incontrato una donna della mia età che aveva i nonni in paese.

Parlando abbiamo scoperto di aver frequentato insieme la 1° elementare.  Dopo un paio d'ore di cammino si è poggiata sulla mia spalla dicendo di essere stanca ed ho avuto la sensazione di conoscerla da sempre.


Ci siamo seduti sotto la quercia, ci siamo guardati e abbracciati, poi abbiamo fatto l'amore.


Non ricordo i suoi fianchi, ma il colore dei suoi occhi perché non ho mai smesso di osservarla.


Non so se sia stato il comune senso di appartenenza, il profumo della terra o la familiarità con quei luoghi, ma sono certo che quello sia stato per entrambi un incontro indimenticabile.


“Hai ragione, it's a very interesting story. Thank you, Richard”

 
 
 

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