Quando perde un campione
- pagineedaltro
- 27 giu
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Quando perde un campione
Di solito, quando si parla di un campione, ed il campione è Jannik Sinner, si parla di vittorie.
Quando invece Sinner perde il punto di vista cambia.
Infatti, quando perde un campione del suo valore, non lo si può certo rimproverare. Bisogna accettare la sconfitta e incitarlo.
Un ragazzo che ha speso gran parte della sua vita per ottenere i traguardi raggiunti non può essere messo in discussione, va incoraggiato.
Il Tennis, così come la totalità delle discipline sportive, non s'inventa; si costruisce giorno dopo giorno.
E’ uno sport che richiede passione, attenzione, abilità potenza. Qualità che si esplicano in una gran varietà di colpi; il servizio, il diritto, il rovescio, la volée, il lob, il drop shot, lo smash, etc. Ecco per ognuno di questi c'è un'impostazione del corpo, una coordinazione specifica, l'esatta scelta dei tempi, la forza espressa. Ed ogni colpo viene ripetuto decine, centinaia, migliaia di volte.
Un campione è un “dono” della natura; e’ un atleta capace di mettere a disposizione della propria intelligenza i propri muscoli per ottenere il risultato migliore.
Questa è la vita di un campione; è, soprattutto, una sfida continua con sé stesso, con la propria volontà, con i propri limiti.
Per questo (pur essendo il n.1 al mondo da circa un anno) aver perso due finali; quella degli Internazionali di Roma e quella del Roland Garros contro Carlos Alcaraz non può essere considerato un sintomo di debacle.
Soprattutto, quest'ultima partita, infatti, è stata giocata oltreché, contro un campione di altissimo livello, contro le capricciose intemperanze del pubblico francese.
Il tifo da stadio nei confronti di Alcaraz è sembrato infatti, un ostile presa di posizione, più che la conseguenza di una competizione sportiva che, visti i valori in campo, avrebbe dovuto, invece, premiare entrambi i giocatori.
Situazione, che soprattutto nei momenti di maggiore intensità agonistica non ha certo premiato l'azzurro che avrà certamente avuto la sensazione di giocare in due contro uno.
D'altra parte i cugini francesi avrebbero dovuto ricordare il motto del loro connazionale De Coubertin secondo il quale "L'importante nella vita non è il trionfo ma la lotta. L'essenziale non è aver vinto, ma aver lottato bene." E su questo aspetto non possiamo certo rimproverargli nulla.
Ma ciò che gli fa onore e lo rende ancor più un esempio da imitare, anche nelle difficoltà, sono la sua educazione, la sua umiltà e la sua gentilezza.
Infatti nello Sport, come pure nella vita, sono le sconfitte che danno il vero aspetto di un uomo; perché è solo attraverso questi valori che si distingue un campione.







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