Trump e Putin, una pace possibile
- pagineedaltro
- 15 ago
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Quello di fissare un incontro per un negoziato di pace ad Anchorage, in Alaska, alle 11.30 (ore 21 Italiane) nel giorno di Ferragosto, potrebbe far pensare ad un'idea di Jan Fleming per una delle tante geniali avventure del suo James Bond, agente 007.
Sappiamo però che il luogo e le circostanze hanno, nel caso in questione, un valore reale e concreto e lasciano intendere la complessità di un dialogo che dovrebbe portare, invece, un accordo tra le due superpotenze mondiali.
Siamo coscienti dell'importanza e della delicatezza di questo tentativo di dialogo che ha un obiettivo che va forse oltre le reali possibilità di successo del summit, ma che apre, finalmente, le porte ad una possibile via d'uscita.
La Storia, proprio come la fantasia, passa a volte attraverso percorsi che non sono immaginabili per chi non ha piena visione dell’importanza della posta in gioco.
Tuttavia l'eclettismo Trumpiano che non finisce di sorprendere infrangendo in ogni occasione etichette e regole precostituite è stato in grado di convincere il Presidente Russo a partecipare ai negoziati.
La Storia di Putin e Trump due “nemici/amici” di vecchia data nasce e cresce in due Paesi che hanno origini e radici politiche completamente opposte; l'uno figlio della burocrazia del regime sovietico, l'altro prodotto della democrazia americana, che ha portato dopo la resa di Biden, Trump alla presidenza.
Due uomini con percorsi completamente diversi e con visioni dello Stato ancor più distanti che tentano, in un lontano angolo dello Stretto di Bering, di trovare una possibile intesa di pace.
Intesa che ormai si rende necessaria e non più rimandabile per il Presidente Russo costretto a dover giustificare la morte di oltre 1 milione di soldati russi dall'inizio del conflitto (Fonte Ministero della difesa Britannico) a fronte di una porzione di territorio Ucraino che corrisponde al 18% della superficie totale. Senza contare il costo complessivo della spesa militare che ammonta a 149 miliardi di dollari.
Nello stesso tempo l'Ucraina che si era staccata dell'ex impero sovietico nel 1991 e messa nel mirino già nel 2014, quando Mosca ha invaso e annesso la penisola di Crimea, ha subito in 3 anni e mezzo di invasione circa 300.000 vittime, oltreché in termini di devastazione e di distruzione del Paese, un danno del valore totale di 248 Miliardi di dollari.
In questo summit si giocano, quindi, una buona parte degli equilibri politici ed economici globali considerando anche che i due Stati possiedono il 90% delle forze nucleari mondiali suddivise per il 50% e che ogni possibile cambiamento passa attraverso il loro necessario placet.
Il buon senso e le dichiarazioni rese dagli interessati lasciano intendere un buon avvio dei negoziati.
Non possiamo che sperare che il nostro agente segreto riesca nella sua impossibile missione di pace.







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