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9 Maggio 2024 - Giornata dell'Unione Europea - 27 Stati ma una sola Europa

Aggiornamento: 22 mag 2024

Come è noto il 1951 è stata istituita la prima bozza di quella che  venne chiamata dai sei Paesi fondatori  (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) con l'acronimo "C.E.E." ovvero "Comunità Economica Europea". Diversi furono i  passaggi successivi, 

fino a fondare il 19 marzo 1958 a Strasburgo con il nome di "Assemblea parlamentare europea",  il "Parlamento europeo".

Nel corso degli anni ai 6 paesi  fondatori si unirono molti altri Stati, fino a divenire il 1 Febbraio 2020 (data in cui il Regno Unito ratifico' a seguito della Brexit,  l'uscita dell'Europa), una unione di 27 Paesi.


Uno dei risultati di maggior rilievo dell'Unione è l'introduzione della moneta unica Europea, l'EURO, che a partire dal 2001 sostituì le valute dei paesi appartenenti 


Come detto, tranne l'esperienza del Regno Unito che ha ufficializzato nel 2020 il suo distacco con un referendum popolare, molti altri Stati  stanno muovendo, invece, i propri passi per far parte della "grande famiglia Europea" con l'obiettivo comune di rafforzare la  propria economia e la propria sicurezza interna.


Di seguito uno stralcio del discorso di Alcide De Gasperi tenuto a Strasburgo nel 1951 in occasione della sua istituzione.


"Se noi costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore vivificata da un organismo centrale, nel quale le volontà nazionali si incontrino, si precisino e si animino in una sintesi superiore, rischieremo che questa attività europea appaia, al confronto della vitalità nazionale particolare, senza calore, senza vita ideale. Potrebbe anche apparire ad un certo momento una sovrastruttura superflua e forse anche oppressiva quale appare in certi periodi del suo declino il Sacro Romano Impero."


Il richiamo all' U.E. ed alle sue responsabilità appare tanto più importante e significativo in in momento in cui, si vivono, oggi, conflitti che potrebbero dar vita ad una escalation di cui non si possono, a priori, definire le conseguenze. 


Infatti come sempre accade in presenza di situazioni cosi drammatiche e potenzialmente devastanti per l'intera umanità, si torna a parlare, nuovamente, di una nuova guerra mondiale. 

È come se ogni volta  si ricadesse in un turbinio  mediatico dal quale, in ultimo,  emerge la medesima conclusione senza misurarne a priori la gravità  delle conseguenze. 

A volte si ha quasi la sensazione che dietro il reiterare di questa minaccia vi sia una mano invisibile che tira le fila di un ordito che non conosciamo.


Ebbene, tanto più è complicata e difficile la stabilità , tanto più forte e convincente  deve essere la risposta dell' Unione a sostegno della pace.


Non possiamo rispondere al "fuoco" con il fuoco, bisogna "spegnere" l'ostilità, creare con ogni mezzo di dialogo, di incontro. Una sostenibilità sociale che  consenta la speranza di un futuro migliore.


Basta con queso messaggio subdolo che insinua  nelle coscienze il tarlo  di una nuova  guerra  mondiale come se si volesse, in qualche modo confermare questa eventualita! Attenzione a strumentalizzare ogni singolo episodio magari facendo leva su forze populiste e conservatrici come è già accaduto in passato.


Apriamo le  porte ad una possibilità di dialogo, lasciamo alla diplomazia il compito di raggiungere degli accordi che pongano le basi per una convivenza tra i popoli.

Che abbia termine lo scempio della guerra! 

Che l'Europa si faccia garante per la ricerca di soluzioni capaci di dare risposte alternative alle armi.

I popoli aggrediti, a qualunque titolo, hanno il diritto di riavere le loro terre, le loro comunità,  le loro tradizioni.

È un compito arduo e complicato ma questa è certamente la prima vera sfida che il governo Europeo deve affrontare per acquistare la propria titolarità il primo vero riconoscimento internazionale.


La Storia ha già dato il suo giudizio, il cammino dell'uomo è un lungo, interminabile, percorso di morte e di distruzione ed un nuovo conflitto globale porterebbe all'annientamento del pianeta.


Nel nome di falsi ideali abbiamo depredato,  distrutto, sottomesso, ucciso.


Il sangue non fa giustizia! Genera altro sangue! Il potere e l'egoismo sono parte di uno stesso male; le distinzioni di   razza e  di appartenenza  hanno creato, soltanto odio e rancore.

 

Le guerre  non avranno  mai né vincitori né vinti perché nel cuore di questi ultimi non verrà mai cancellato l'orrore della morte e darà vita ad un nuovo odio.


Il  senso del nostro destino  è nella capacità di ognuno di noi di condividere il dolore dell'altro, è nel nostro desiderio  di umanità, di partecipazione.

Spetta ai governi realizzare adeguate politiche di cooperazione e sviluppo sociale. 

Non esiste un solo uomo che non desideri  la felicità  e deve essere  libero di  cercarla. a suo modo, nella sua terra, con i suoi ideali. Nello stesso tempo deve avere il diritto di poter raggiungere i propri obiettivi, altrove, secondo principi di eguaglianza e di reciproco rispetto.


Tutti siamo figli di questo mondo ed esistono valori universali come l'amore per la famiglia,  per i propri figli, per le proprie tradizioni, per le proprie radici, che sono comuni ad ogni uomo.


Il nostro compito  è quello di difendere questi valori affinché tutti, indistintamente tutti, possano viverli liberamente.

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