Diario di un mattino di Febbraio
- pagineedaltro
- 12 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Io sono uno come tanti
ed ho cercato di vivere semplicemente seguendo la mia indole, il mio carattere
porto nei miei geni le mie radici
il mio passato e quello dei miei avi
e sono fiero di loro
Sono figlio della libertà
la coltivo dentro di me affinché possa continuare a vivere ed a crescere con le mie idee
E sono certo che questa rappresenti il valore piu’ alto di ogni popolo
che non puo’ esserci felicità laddove questo diritto venga negato o sottoposto a limitazioni
ed ho capito che ogni essere umano e un miracolo della natura e come tale deve essere considerato senza distinzione di razza, religione, etnia o appartenenza politica
che ogni uomo e’ libero nella misura in cui potrà rendersi partecipe allo sviluppo della sua collettivita’ e del suo gruppo sociale
Che il lavoro e’ il maggior riconoscimento che uno Stato puo’ offrire ai suoi cittadini
e mettere bene un tacco ad una scarpa ha lo stesso valore sociale che costruire un modulo spaziale
perché anche il più umile dei lavori, se ben fatto, può essere il modo di sentirsi utili e partecipi, ma soprattutto è un indice di dignità e come tale va riconosciuto.
Che non sarà mai il denaro che potra’ offrire il viatico per il proprio futuro ma il modo in cui ognuno sapra’ relazionarsi ai suoi simili
Che bisogna mettere sempre
in prima fila i sentimenti
perché la ricchezza non potrà mai
riempire gli spazi del cuore.
Ed ho imparato che l'amore va costruito
e che i mattoni vanno messi ogni giorno
che la stima e la condivisione sono come la calce e il cemento, servono per renderlo più saldo
che quella di mistificare la realtà è la più becera delle arti
che il sentimento cresce e matura
nella misura in cui si è capaci
di saperlo alimentare
di essere complici.
Ed ho capito che abbiamo tutti
un assoluto bisogno di felicità
e che, nessuno escluso,
ha il diritto di poterla cercare
che non esistono uomini di serie "A” ed uomini di serie "B"
che nascere a Nairobi piuttosto che a Londra non può rappresentare una discriminante impedendo ad una persona di vivere liberamente.
Ed ho scoperto quanto sia difficile il mestiere di vivere
e delle difficoltà che ciascuno a suo modo affronta
che non ci sono percorsi facili
la vita è semplice nella misura in cui riusciamo a cambiarla
Viviamo tutti sotto lo stesso cielo
nutriamo le stesse speranze, gli stessi desideri, le medesime difficoltà ed abbiamo tutti un destino da sconfiggere.
Ho capito che non c'è uno status sociale che può attribuire ad un individuo
la convinzione di essere migliore di un altro
e che l'umiltà è la più grande delle virtù
Per questo confido che ci sia per tutti un domani migliore e spero che ognuno abbia la sua parte di cielo.
E posso dire che essere un buon cristiano vuol dire anche essere un buon cittadino perché la solidarietà, l'altruismo, la carità sono i capisaldi morali di ogni società civile
e che si può veramente "amare il prossimo come se stessi" rispettandolo
che la calunnia, l'invidia e la superbia sono comportamenti che destabilizzano i rapporti umani e rendono difficile una qualsivoglia iniziativa comune
che è necessario essere solidali e partecipi
che i risultati si raggiungono uniti.
Ed in questo lungo percorso
ho conosciuto persone di ogni genere
ed ho cercato di capire e di imparare
ma ho scoperto che prima di fare questo
bisogna saper conoscere se stessi
la voce del proprio cuore
che tanto maggiore è il proprio equilibrio
e tanto più facile è
avvicinarsi agli altri ed essere capaci di ascoltarli.
Ed oggi quando ben oltre i due terzi della mia vita sono ormai trascorsi
posso dire, avendolo scontato sulla mia pelle
che la vita va vissuta intensamente
che bisogna provare e riprovare
che bisogna rischiare
avere coraggio
che non ci si può nascondere
dietro le proprie responsabilità
che si può essere sconfitti
ma dopo ogni insuccesso
c'è sempre un nuovo traguardo da raggiungere
e si è sempre più forti
che quello che crediamo sia il nostro ultimo ostacolo
ne nasconde sempre un altro
e un altro ancora
che si deve essere tenaci
credere e lottare
che bisogna inseguire sempre un sogno
che le porte della speranza non si chiudono mai
che quella di vivere è una esperienza unica irripetibile e non bisogna perdersi.
Tutto questo al cospetto di un nuovo giorno che chiede di essere vissuto
nel consueto divenire del tempo, in una mattina fredda di Febbraio.






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