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Elogio alla religione che non ha fede

Quando la religione non ha fede


Elogio a tutti quelli che non hanno considerato la fede uno strumento per poter esprimere il proprio credo.

Che non hanno chiesto intercessioni nei riguardi del padreterno, ma hanno fatto le loro scelte spinti dalle loro certezze. Che vivono nella consapevolezza di quella presenza seguendo l'autenticità della loro anima. 

Che quotidianamente affrontano la vita  con coraggio e senza indugi.


Elogio a chi non lascia inficiare la bellezza di quella certezza.

A coloro che non hanno mai avuto bisogno di conferme e valutano l'esistenza di Dio 

un presupposto inconfutabile.


Elogio a chi crede, a chi  non ha un vademecum da seguire, ma cresce nelle sue convinzioni. Che non vive con approssimazione ed incertezze, ma con volontà. 


Per questo Dio elogia le persone semplici;  coloro che fondano la loro forza sulle proprie azioni. 

Chi cuce, chi ripara, chi assembla, chi stira,  chi 

ordina;  chi quotidianamente si dedica con abnegazione al proprio lavoro. Non chi cerca la fede, ma chi ne porta dentro  il seme. 


Nello stesso modo egli apprezza e sprona tutti coloro che grazie a quel seme sono capaci di sperare; gli umili, i bisognosi, i deboli, i malati e gli oppressi. Tutti quelli che vivono nel dolore e riescono a trovare in quella sofferenza una ragione alla  propria esistenza.


La sua presenza è un inno alla libertà e all'amore, per questo

elogia chi sa percepire il calore e il valore di  un abbraccio o di una stretta di mano. 


Dio dona all'uomo le chiavi dell'universo e gli offre la possibilità di poterlo migliorare. Non chiede tornaconti, né suggerisce soluzioni.


Così si rivolge agli artisti, a chi fa della bellezza una ragione di vita. A chi sa mettere insieme i suoi spartiti per creare melodie, a chi dipinge e a chi scrive.

A chi trasforma la sua vita in un'opera d'arte. 


Dio ringrazia tutti costoro perché credono  senza avere la presunzione di meritare le sue attenzioni.  Perché hanno saputo dimostrare il loro valore ed hanno reso possibile un mondo migliore .


Nello stesso modo plaude coloro che hanno osato, che con il loro impegno hanno raggiunto grandi traguardi.  Chi ha speso la propria vita per ottenere un risultato.


Cristo, disse: «Ascoltatemi tutti ed intendete: Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo» (Marco 7, 14-16).


Quindi l'uomo è in sé “puro” e grazie alla sua indole, naturalmente sana, può respingere ogni attacco, ogni contaminazione; ma e’ quando quella purezza si perde che quell'equilibrio si spezza ed il suo cuore di inasprisce.


Ma egli non dà, a fronte di quella perdita di  purezza la misura della preghiera da offrire, non stabilisce l'entità della fede, ma richiama ogni individuo a pentirsi dei propri peccati affinché possa, attraverso il suo operato, ritrovare la sua umanità.


È questo ciò che la religione può e deve fare; costruire uomini capaci di costruire un futuro migliore.


 
 
 

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Commento attentato Sigfrido Ranucci 17/10/2025

Buongiorno Professore,  concordo pienamente su quanto dice. Devo dire che nell'apprendere quanto accaduto ho avvertito un profondo senso di smarrimento, un'incertezza che ci riporta indietro nel tempo

 
 
 

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