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Festa della Repubblica - La Storia siamo noi

Per poter parlare di Festa della Repubblica bisogna, anzitutto, avere presente i passaggi storici che hanno portato il Paese all'approvazione della nostra Costituzione.

Questo perché così come sempre accade si tende a dimenticare il passato, svuotandolo, spesso, del suo significato.

Per avere un quadro d'insieme del periodo storico occorre risalire alla proclamazione del Regno d'Italia che ebbe inizio nel 1861 e terminò nel 1946 con la nascita della Repubblica Italiana

In questo lungo arco di tempo la situazione di maggiore criticità si rivelò il ventennio fascista del governo Mussolini che restò al potere dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943 (ovvero poco meno di 21 anni).

Governo che trascinò il Paese in una lunga e sanguinosa sequenza di guerre e feroci repressioni.

Il regime fascista, rappresentò, infatti, il periodo più triste e doloroso della storia d'Italia.

Solo dopo l'armistizio e la caduta del fascismo fu possibile procedere alla ricostruzione iniziando proprio dalla Carta Costituzionale.

Infatti l'Assemblea Costituente rappresentata dai suoi padri fondatori ( Alcide De Gasperi (Democrazia cristiana), Palmiro Togliatti (Partito comunista italiano), Giuseppe Saragat (Partito socialista italiano), Bernardo Mattarella (Democrazia Cristiana, nonché padre dell'attuale Presidente della Repubblica), sancì questo passaggio

con l'approvazione della Costituzione della Repubblica Italiana il 2/6/1946.

E' pertanto doveroso, sopratutto per le nuove generazioni, ricordare in primo luogo il senso di quell'insegnamento.

I concetti di libertà e di democrazia non sono astratti, non sono acquisiti per nascita, prendono forma dal nostro passato, dai morti delle guerre, dal dolore, dalla sopraffazione, dall'indigenza, ma soprattutto dalla volontà dei nostri padri fondatori, di trasformare la nostra nazione in un Paese civile, moderno, retto da principi egualitari e democratici.

Ha, quindi, tanta più rilevanza, oggi, la Festa della Repubblica che evoca la nostra Costituzione per porla come fulcro del nostro ordinamento giuridico dal quale si muovono i principi che regolano e garantiscono la nostra convivenza civile.

E soprattutto nell'anno in corso questa data assume, ancor di più, un valore aggiunto perché a ridosso delle elezioni del parlamento Europeo che si terranno il 9 Giugno.

Il voto è la più alta forma di democrazia popolare peraltro raggiunta grazie al sacrificio di tante vite umane ed all'impegno di chi si è battuto per i diritti civili e per la libertà.

È bene tenere presente questi avvenimenti, perché è attraverso di essi che si è potuto cambiare pagina e dare alla nostra nazione il suo volto attuale.

Non dimentichiamo il passato perché solo la sua conoscenza può darci la spinta per creare un Paese migliore, ma soprattutto per non ricadere in errori che ci hanno portato alla decadenza e alla distruzione.

 
 
 

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