top of page

Il papà di Chiara

Un breve racconto 


Il papà di Chiara


Il passeggero del rapido “Roma - Venezia” aveva preso posto per tempo ed era immerso nei suoi pensieri. Di tanto in tanto passava lo sguardo dal suo orologio a quello posto sul binario.


La stazione  ronzava come un alveare, si scorgevano persone di ogni età e razza che  si salutavano, si abbracciavano e  si stringevano la mano.

Altre correvano trafelate verso 

i binari con i loro carichi di bagagli.


Dopo qualche minuto di attesa il treno  ebbe finalmente  un sussulto, si sentì  lo  sferragliare  deĺle ruote sui binari seguito da un rantolo lungo e profondo che si trasformò,  gradualmente,  in  un ritmo più veloce e continuo. 


Il convoglio uscendo dalla stazione  scivolò via sui binari e  sparì, lentamente, nei suburbi. 


Il passeggero  che  era rimasto ad osservare, quando finalmente il treno emerse da quel  labirinto di cemento  ed  uscì dalla città, ebbe un sospiro di sollievo.


Si lasciò finalmente andare e si accomodò sulla sua poltrona,   accompagnato dal consueto, ridondante, dondolio del treno.


Si tuffo' nei suoi pensieri e ripercorse, mentalmente, i "binari" della sua  vita,  cercò di ricordare i  cambi, le fermate e  le  attese che avevano scandito il suo cammino. 

Sentì la sofferenza che aveva lasciato nel suo cuore quel lungo e aspro dissidio che lo aveva portato ad una difficile e  dolorosa separazione.


Vide nei binari  la  migliore possibile  rappresentazione  di quella sua esperienza sentimentale . Due rette parallele che non avrebbero mai potuto incontrarsi e che, ormai, soltanto l'affetto per quel frutto insperato,   poteva tenere vicine.


Il suo treno correva via veloce come la sua vita,  le immagini si sovrapponevano, così, come i suoi ricordi,  pensò a quegli incontri a tutto l'amore che egli portava con sé,  alla consapevolezza di quanto tutto questo avrebbe pesato sulla sua crescita. Al dolore che questo gli provocava. Che avrebbe voluto chiederle scusa per una vita intera ma tutto ciò che poteva fare era amarla con tutto se stesso.

Lui era, infatti, per tutti coloro che la conoscevano, semplicemente “Il papà di Chiara.”


Ripenso' ai suoi giorni con lei, a quella città quasi irreale  e così, incredibilmente, bella.  Riattraverso' idealmente le calli,  rivide  la giostra delle gondole, i capannelli dei turisti, sentì sopra di sé il fruscio dei colombi, gli sembro' di  respirare quell'aria umida e densa ed ebbe la sensazione che gli  si fermasse nella gola.


Era completamente preso dai suoi pensieri quando il capotreno annunciò l'arrivo a Santa Lucia.


Prese il suo bagaglio infilò la giacca e si preparò a scendere.

Scese dal predellino alzò gli occhi e la vide salutare in lontananza. Affrettò il passo e la sentì chiamare "papà, papà". Si commosse, le lacrime gli scendevano giù sul viso; appena un istante dopo le era saltata in braccio e lo baciava. 

Sentì che le diceva:" Papà ma hai sempre l'allergia quando mi vedi?"


"Sì amore, sempre" rispose. 







 
 
 

Post recenti

Mostra tutti
Commento attentato Sigfrido Ranucci 17/10/2025

Buongiorno Professore,  concordo pienamente su quanto dice. Devo dire che nell'apprendere quanto accaduto ho avvertito un profondo senso di smarrimento, un'incertezza che ci riporta indietro nel tempo

 
 
 

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
bottom of page