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Il primo giorno di libertà

Il primo giorno di libertà 


Era il suo ultimo giorno di reclusione, sentì nell'aprirsi il cigolio del cancello e subito dopo le parole della guardia carceraria:"Sei libero!"


Aveva trascorso in quel carcere cinque anni della sua vita. Una condanna che non aveva tenuto conto delle tante attenuanti che si erano evidenziate nel processo.


Era già tardo pomeriggio e si avviò a piedi lungo la strada statale che avrebbe dovuto portarlo verso la città.


Respirava profondamente per sentire nelle narici l'effluvio dell'erba appena tagliata e il profumo delle  piantagioni di lavanda. 


Il cielo,  che sopra di lui  si andava via, via scolorando tracciava scie soffuse che disegnavano in lontananza, sottili striature rosa.


Camminava lentamente per godersi meglio il paesaggio, quando vide, poco distante, una locanda dove potersi fermare.


L'interno del locale era in penombra, c'erano poche persone sedute ai tavoli e ne cercò uno in disparte.


Quando l'oste arrivò chiese un primo piatto ed una camera per la notte.

Con il passare del tempo la sua  vista si andava, via, via adeguando alla penombra e riuscì a vedere i volti degli avventori.

Poco lontano c'era un tavolo con una donna che lo stava osservando.

Il suo abbigliamento non lasciava dubbi sulla sua identità. 

La donna non perse tempo e avvicinandosi gli disse, in tono persuasivo: "Vuoi un po' di compagnia?"


Lui la scruto’ da capo a piedi poi rispose in modo laconico "Non ho soldi sono uscito dal carcere oggi stesso"


L'uomo iniziò così a parlarle lentamente misurando le sue parole. Espresse il suo dolore ed il suo  rammarico per il male procurato e provo’ una profonda commozione.


Di contro,  nel vederlo in quello stato, lei lo  sostenne e pianse con lui.


Si accorse  che il suo racconto  e il tono della sua voce avevano colpito il cuore della donna.


Così parlando sfiorò con la mano quella di lei, la strinse tra le sue e percepi’ a quel contatto  un sussulto che scosse i suoi sensi.


Poco dopo, con  un gesto  d'intesa erano nella stanza. La donna una volta entrati, contrariamente ai suoi cliché, gli si avvicinò per baciarlo, senza nessun indugio, offrendo il suo corpo con spontaneità e trasporto.


Lei stessa rimase incredula e stupita di tanta passione che credeva, ormai, di non saper più esprimere. Capì così di non essere carne da vendere a pezzi ad uomini  incapaci di dare un volto ai sentimenti, ma lo specchio di un'anima che cercava, anzitutto, un affetto intorno al quale costruire la propria esistenza.


Nello stesso modo lui trovò in quella donna la fiducia e  il coraggio di cui, in quel momento, aveva profondamente bisogno.


All'indomani si alzò molto presto, la salutò e le auguro’ buona fortuna,  mentre lei, prima che se ne andasse, gli chiese di baciarla ancora.


Appena fuori fu assalito dai primi squarci  di luce. Il sole  nasceva e con esso il suo futuro.


Era il suo primo giorno di libertà.




 
 
 

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Commento attentato Sigfrido Ranucci 17/10/2025

Buongiorno Professore,  concordo pienamente su quanto dice. Devo dire che nell'apprendere quanto accaduto ho avvertito un profondo senso di smarrimento, un'incertezza che ci riporta indietro nel tempo

 
 
 

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