L'inventario
- pagineedaltro
- 15 giu
- Tempo di lettura: 2 min
L'inventario
E’ Domenica mattina
il sole entra dalla finestra aperta. Rimbalza su uno specchio poi si ferma su un quadro.
Devo averlo comprato circa 30 anni fa.
È uno di quei giorni in cui l’ozio è dietro l’angolo. Sento che è pronto ad incastrarmi.
Mi divincolo, mi fisso sul mio quadro poi continuo con le cose che ho intorno.
Sono preso dalla spirale del tempo e cerco di datarle.
È una fatica immensa; arrivo a oltre 40 anni prima.
Provo a mettere giù, almeno mentalmente, una lista.
Poi mi accorgo di aver dimenticato molti altri oggetti.
Straordinario, penso! Così potrò avere una sorta di inventario personale.
Sembra apparentemente facile, ma non lo è.
Alcune cose proprio non ne vogliono sapere di aiutarmi e
collocarle diventa ancora più faticoso.
Man mano però fisso le date e le associo agli oggetti. Alcuni restano indietro.
Certo, mi dico, se potessi creare un algoritmo, sarebbe molto più semplice.
Quali potrebbero essere gli elementi? Il tempo, il valore oppure?
Vedremo alla fine!
Se l'unità di misura di una vita è data da ciò che si è “realizzato” in termini di oggetti ho ottenuto un punteggio altissimo.
Perfetto, una bella performance!
Il sole si sposta
ora la stanza è in penombra
le cose non si vedono
sembra che si nascondano
ed è come se non ci fossero.
Cambio umore, sono meno ironico.
Mi basta la traiettoria di un solo raggio di sole per cambiare stato d'animo.
"Eppure ci deve essere una linea di congiunzione che accomuna questi elementi."
Ci ragiono un po' su!
Passo davanti ad uno specchio e mi guardo senza fermarmi. Nemmeno lui mi vede.
Così è un lavoro che non ha senso, mi dico.
Pensare di fare l'inventario di una vita senza alcun riferimento a fatti e persone è un abbrutimento.
Cerco di chiarirmi le idee.
Poi mi dico:" L'inventario non torna perché privo di significato.”
È come se le cose fossero completamente indipendenti tra loro.
Dissociate
Messe lì per forza, fini a se stesse.
Come un cerchio che non si chiude.
Finalmente riesco a guardarmi
e penso che il legame tra tutti quegli inutili oggetti dovresti essere tu o meglio noi.
Così le prospettive cambiano
Se per ogni volta che li ho guardati avessi potuto incontrare il tuo sorriso e tu il mio ora sarebbero vive.
Non avrei avuto nemmeno l'idea di farlo. Non sarei stato qui a dissertare su tanti
futili ragionamenti.
Mi lascio cadere su una poltrona e cerco di creare un postulato.
“Mettere insieme il tempo e le cose è come unire capre e cavoli.
Nel mentre, mettere insieme due persone che si stimano, si rispettano e si cercano
vuol dire dare vita alle cose che le circondano.”
Devo chiudere l'inventario
1) Le cose che possediamo non esistono se non siamo in grado di vederle e di viverle;
2) Il solo modo di vederle e viverle è condividerle.
3) La condivisione è un prodotto dei sentimenti ed è l'unità di misura della vita.
4) Senza l'amore esistono soltanto cose morte.






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