Un ponte verso il futuro
- pagineedaltro
- 24 ago
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Per quanto possa rappresentare un simbolo per il rilancio produttivo, il ponte sullo stretto è un'opera che non puo' essere considerata esaustiva ai fini di un futuro sviluppo dell'isola.
Infatti da recenti analisi effettuate in alcuni settori chiave dell'economia, risulta che la metà delle imprese considera mediocre o scadente la condizione viaria e ferroviaria dell'isola, con una criticità per quanto riguarda porti e aeroporti che si ferma a poco più del 30%.
Situazione che non esprime un indice valutativo della popolazione od una incapacità politica, ma il risultato di lunghe e profonde trasformazioni di tipo culturale, ambientali, religiose e storiche.
L'unione d'Italia avvenuta nel 1870 grazie all'invasione dei mille partita proprio da Marsala al grido "Qui si fa l'Italia o si muore", risultò infatti determinante ai fini della unificazione del nostro Paese e fu, grazie all'apporto di migliaia di siciliani che si unirono ai Garibaldini, che la missione ebbe successo.
Non sono i ponti che uniscono, ma le idee, la vicinanza, la comunione d'intenti.
Al di là del riconoscimento di Regione a Statuto Speciale, la Sicilia è stata per troppo tempo abbandonata ai suoi problemi interni, sempre legata al fenomeno della delinquenza, spesso riconducibile ad associazioni di tipo mafioso.
Questa "etichetta", nel tempo, ha danneggiato enormemente questo popolo, isolandolo ed impedendo un adeguato sviluppo economico.
La nostra Sicilia è "cresciuta" priva del necessario apporto dello Stato rendendola, di fatto, sempre più lontana dalla penisola.
Lo "Stretto di Messina", oggi, non è il male da sconfiggere, non è l'ostacolo che non consente lo sviluppo; il mare dello Stretto è una riserva naturale di un valore inestimabile, una sorgente di vita che ospita migliaia di specie animali e vegetali.
L'oggettivo stato di vulnerabilità geologica ha più volte allontanato, in tempi recenti, le amministrazioni che si sono avvicendate inducendole ad adottare scelte mirate alla conservazione dell'ambiente e ad una migliore fruibilità delle ricchezze naturali dello Stretto.
Forse Omero nella sua Odissea al cospetto di tanta bellezza, aveva in qualche modo avuto la premonizione di quel terribile terremoto del 28.12.1908, di magnitudo 7,1 Mw. che distrusse Messina e Reggio Calabria dando luogo ad uno sconvolgente maremoto.
Nel suo poema, infatti, Scilla viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro che infesta le acque dello Stretto mentre Cariddi (un orribile creatura marina creata da Zeus) è capace di ingoiare e rigettare l'acqua del mare causando onde di dimensioni mostruose.
Lo stesso Pascoli scosso da quella immane tragedia volle ricordare quell'evento con questi versi:
"Tale potenza nascosta donde s’irradia la rovina e lo stritolio, ha annullato qui tanta storia, tanta bellezza, tanta grandezza. Ma ne è rimasta come l’orma nel cielo, come l’eco nel mare.






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