Una bella pagina di democrazia (La liberazione di Cecilia Sala)
- pagineedaltro
- 10 gen
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Si è scritta ieri nel Parlamento Italiano, a seguito della liberazione della giornalista Cecilia Sala, detenuta presso la prigione di Evin “per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran”,
una delle più belle pagine della nostra Democrazia.
Era tempo che non si viveva in modo così sentito un evento con tanta emotività e tanta partecipazione. Una volta tanto, infatti, sono stati abbattuti i muri che, sempre dividono le diverse fazioni politiche convergendo, finalmente, in un sentimento umanitario capace di raccogliere la pluralità dei presenti.
Il caso "Cecilia Sala" ha trasformato, questa volta, il nostro Parlamento in una grande famiglia. Forse allargata, come spesso accade , ma capace di far sentire nonostante le tante differenze politiche, tutto il proprio calore alla nazione.
Si sono visti, straordinariamente, tanti volti con gli occhi lucidi che hanno riconosciuto nella figura della giornalista, l’immagine di una persona cara.
Questa volta la “famiglia allargata” è riuscita a fare ciò che altrimenti non sarebbe stato possibile. Sono probabilmente cadute tutte le contrapposizioni ideologiche ed i veti incrociati che accompagnano le nostre giornate parlamentari.
Una festa per tutti, una festa che ha saputo regalare anche al di fuori di quel contesto la medesima testimonianza di partecipazione. Tutti i giornalisti al di là dell'appartenenza politica hanno saputo mostrare la loro umanità.
Tutti ci siamo riconosciuti "genitori" ed abbiamo ritrovato nei confronti di Cecilia Sala quel sentimento di fratellanza e di solidarietà che
solo emozioni così profonde possono generare.
Ed è proprio in questa direzione che va letto il gesto del nostro Presidente del Consiglio che supportata da quel sentimento, ma anche guidata dalle sue incontestabili abilità politiche, ha intrapreso quel viaggio lampo, a Mar-a-lago dal neoeletto Presidente Trump, che avrà certamente favorito l'esito del rilascio.
E credo che la frase del Presidente del Consiglio "Chiamare la madre è stata l'emozione più grande" non fa altro che confermare che molto ha contribuito, ad assumere le iniziative intraprese, l'aspetto emozionale.
Quali che siano i "costi" o i contrappesi che il nostro Paese dovrà pagare, sono certamente aspetti che riguardano la nostra diplomazia e che, in ogni caso, non possono inficiare il risultato ottenuto.
Non possiamo che augurarci che l'unità trovata in questa occasione possa ripercuotersi nelle tante altre questioni che pesano sui tavoli della nostra politica e che i nostri rappresentanti sappiano trovare, anche in questi casi, la necessaria coesione.
Un grazie quindi al Presidente del Consiglio che con la propria personalità ed il proprio carattere ha dato, forse un impulso decisivo alla definizione del caso, ma anche, e soprattutto, a tutti coloro che "dietro le quinte" hanno fornito il loro, fondamentale contributo.
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